Casa Green: parliamone!
L’Unione Europea con la direttiva Casa Green sta attuando un piano ambizioso volto a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione verde, attraverso il risparmio di energia, gli investimenti nelle energie rinnovabili e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Il piano si basa sull’attuazione delle proposte del pacchetto “Pronti per il 55%”, che sostengono l’ambizioso obiettivo di realizzare una riduzione pari almeno al 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo.
L’obiettivo di Casa Green è di agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori per ogni stato membro, collocati nella classe energetica G, la più bassa.
Come?
Il testo prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033.
All’interno di quest’ambizioso piano si colloca anche lo stop alla vendita di caldaie a condensazione a partire dal 2029. È un passaggio fondamentale sulla strada dell’efficientamento energetico che prevede l’incremento fino al 13% nell’utilizzo di energia rinnovabile entro il 2030. Infatti, già dal 01/01/2025, la direttiva Case Green prevede lo stop dei bonus per le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili.
Perché questa manovra?
“Gli edifici sono il settore più energivoro in Europa. Consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra” afferma Kadri Simson, Commissaria per l’Energia dell’UE.
Com’è la situazione degli edifici italiani?
Secondo le stime dell’associazione italiana dei costruttori edili, l’Ance, su 12 milioni di edifici residenziali oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste.
Inoltre, dall’ultimo rapporto Enea, circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani sarebbe stato realizzato prima della Legge 10/1991, la norma che regola i consumi dell’energia negli edifici pubblici e privati. Sempre secondo le stime Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E.
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